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Casagrande Isidoro, Levada PD, 1912. I casoni nella zona delle sorgenti del Sile. Cassetta 1989.02a

Registrazione telefonica di Camillo Pavan, 10 febbraio 1989. Ultima intervista per il libro “Sile: alla scoperta del fiume” (che verrà presentato il 20 aprile 1989 sulla motonave Silis dei f.lli Stefanato). 0:21 – Si ricorda quell’episodio che mi ha raccontato, che è andato a trovare una persona in un casone e sono usciti i tacchini… chi era? / Sono qui nel mio studio con un Salvadori che è un loro lontano parente. / - Come si chiamava quella persona / Conosco suo figlio, che è più vecchio di me e si chiama Toni Salvadori, di soprannome Gainàro / - Toni Gainàro di Menaredo / … Era il casone, una cosa disastrosa, a vederlo. 01:18 – Quella volta che è andato a casa sua, cosa ha visto venir fuori? / Ha aperto la porta della camera – io ero nel cortile con mio “poro” papà – e questa signora, questa veciota ha aperto la porta della camera dove dormivano loro di notte, su cavalletti e paion [pagliericcio], e da sotto sono venute fuori galline, dindie [tacchine], anatre e piòti [tacchini], anche oche… tutto dentro perché anche a quel tempo c’erano le persone oneste! 02:02 – Dove aveva messo tutto questo pollame? / Era in stalla. Loro dormivano per terra - il pavimento era in terra battuta – può immaginare che odore, che roba, e là dormivano / - I schiti [gli escrementi del pollame]…. / Li facevano là / - E loro dove dormivano? / Loro dormivano sul letto, sopra, perché avevano i cavalletti che bisognava salire su una sedia per andare a letto, non c’erano mica le cuccette di adesso - I cavaletti con delle tavole sopra? / Cavaletti, tavole e sopra c’era il paion 02:44 Avevano anche una stufa, dentro? / No, non c’erano le stufe una volta / - Con cosa si scaldavano? / Quando andavano a letto se avevano la colséra [coltre] si scaldavano con la colséra, e basta / - Per far fuoco? / Far fuoco no, perché con una scintilla partiva tutto. Avevano un cucinetta a fianco col focolare di una volta e vi buttavano su quelle poche di legne, perché una volta andavano a “raspaée”, non è come adesso che buttiamo via tutto, andavano per le rive a raccogliere ramaglie… 03:33 – Nei casoni c’era una stanza più la stalla? / Una stanza o anche due, quando erano casoni più grandi e la cucinetta in cui facevano da mangiare. / - Come una casa / Praticamente era una casa a piano terra fatta con pietre di terra cruda, coperta di paglia, e basta. Non c’erano mica soffitti, no … c’era sopra … chiamiamola mansarda… di norma c’era il fieno per le bestie, che se prendevano fuoco si bruciavano tutti […] 04:48 – Lei in che occasione era andato con suo papà a trovarli? / Ero andato - siccome sono nato qua a Levada – con la “musseta” [l’asinella] de me poro pare siamo andati per trattare del paƚú, perché a casa mia avevamo delle bestie. / - Era contadino suo papà? / Sì, aveva sette-otto campi di terra e tre-quattro bestie in stalla […] 05:38 – Gainàro era anche “sioréto” [abbastanza ricco, stava abbastanza bene] se aveva il paƚú / La palude potevano andar tagliarla, non era una cosa… potevano tagliare lungo lo Zero, su delle “prese” che c’erano lì. Era una famiglia di poveri all’osso, anche la loro, proprio. 06:25 – Avevano le “prese”? […] / Le dirò di più… c’era uno che abitava qua a Menaredo, vicino a loro, che attraversava lo Zero e andava a prendersi della roba segando nelle “prese”. Attraversava lo Zero nudo eh, andava dentro, e a spalla trasportava questi fasci di fieno per portarseli a casa. Andava rubarli di notte, insomma! […] 07:11 – Come mai eravate andati a trattare le prese / Non prese, eravamo andati a trattare el paƚú, comprarlo come strame per fare letto alle vacche […] andava per i fossi, là c’è tutto paƚú in giro, da una parte e l’altra. Andava a tagliare con la “messura” [falce]… [..] , faceva dei mucchi e li vendeva a quel “francheto” che poteva, tanto per vivere. […] - Va bene, questo era l’episodio che mi ero segnato e che non ricordavo più con precisione. La ringrazio […] / Sì, una roba miseranda, lo dico sinceramente, a pensarlo adesso 08:17 - In che anno sarà stato… lei avrà avuto 12 anni / Neanche… sarà stato il 1922-23, al massimo 08:33 - Fino a quando sono rimasti in piedi, i casoni? / L’ultimo casone è stato distrutto nel 1960 e vi abitava Micièe [Michele] Formentin / - Dov’era, sempre a Menaredo? / No. Era tra Menaredo e Malcanton […] sulla strada che va a Torreselle * Suo utilizzo nel libro https://www.google.it/books/edition/Sile_Alla_scoperta_del_fiume/dA8KamiwRq0C?hl=it&gbpv=1&dq=I+casoni+dell%27Alto+Sile&pg=PA114&printsec=frontcover,

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Registrazione telefonica di Camillo Pavan, 10 febbraio 1989. Ultima intervista per il libro “Sile: alla scoperta del fiume” (che verrà presentato il 20 aprile 1989 sulla motonave Silis dei f.lli Stefanato). 0:21 – Si ricorda quell’episodio che mi ha raccontato, che è andato a trovare una persona in un casone e sono usciti i tacchini… chi era? / Sono qui nel mio studio con un Salvadori che è un loro lontano parente. / - Come si chiamava quella persona / Conosco suo figlio, che è più vecchio di me e si chiama Toni Salvadori, di soprannome Gainàro / - Toni Gainàro di Menaredo / … Era il casone, una cosa disastrosa, a vederlo. 01:18 – Quella volta che è andato a casa sua, cosa ha visto venir fuori? / Ha aperto la porta della camera – io ero nel cortile con mio “poro” papà – e questa signora, questa veciota ha aperto la porta della camera dove dormivano loro di notte, su cavalletti e paion [pagliericcio], e da sotto sono venute fuori galline, dindie [tacchine], anatre e piòti [tacchini], anche oche… tutto dentro perché anche a quel tempo c’erano le persone oneste! 02:02 – Dove aveva messo tutto questo pollame? / Era in stalla. Loro dormivano per terra - il pavimento era in terra battuta – può immaginare che odore, che roba, e là dormivano / - I schiti [gli escrementi del pollame]…. / Li facevano là / - E loro dove dormivano? / Loro dormivano sul letto, sopra, perché avevano i cavalletti che bisognava salire su una sedia per andare a letto, non c’erano mica le cuccette di adesso - I cavaletti con delle tavole sopra? / Cavaletti, tavole e sopra c’era il paion 02:44 Avevano anche una stufa, dentro? / No, non c’erano le stufe una volta / - Con cosa si scaldavano? / Quando andavano a letto se avevano la colséra [coltre] si scaldavano con la colséra, e basta / - Per far fuoco? / Far fuoco no, perché con una scintilla partiva tutto. Avevano un cucinetta a fianco col focolare di una volta e vi buttavano su quelle poche di legne, perché una volta andavano a “raspaée”, non è come adesso che buttiamo via tutto, andavano per le rive a raccogliere ramaglie… 03:33 – Nei casoni c’era una stanza più la stalla? / Una stanza o anche due, quando erano casoni più grandi e la cucinetta in cui facevano da mangiare. / - Come una casa / Praticamente era una casa a piano terra fatta con pietre di terra cruda, coperta di paglia, e basta. Non c’erano mica soffitti, no … c’era sopra … chiamiamola mansarda… di norma c’era il fieno per le bestie, che se prendevano fuoco si bruciavano tutti […] 04:48 – Lei in che occasione era andato con suo papà a trovarli? / Ero andato - siccome sono nato qua a Levada – con la “musseta” [l’asinella] de me poro pare siamo andati per trattare del paƚú, perché a casa mia avevamo delle bestie. / - Era contadino suo papà? / Sì, aveva sette-otto campi di terra e tre-quattro bestie in stalla […] 05:38 – Gainàro era anche “sioréto” [abbastanza ricco, stava abbastanza bene] se aveva il paƚú / La palude potevano andar tagliarla, non era una cosa… potevano tagliare lungo lo Zero, su delle “prese” che c’erano lì. Era una famiglia di poveri all’osso, anche la loro, proprio. 06:25 – Avevano le “prese”? […] / Le dirò di più… c’era uno che abitava qua a Menaredo, vicino a loro, che attraversava lo Zero e andava a prendersi della roba segando nelle “prese”. Attraversava lo Zero nudo eh, andava dentro, e a spalla trasportava questi fasci di fieno per portarseli a casa. Andava rubarli di notte, insomma! […] 07:11 – Come mai eravate andati a trattare le prese / Non prese, eravamo andati a trattare el paƚú, comprarlo come strame per fare letto alle vacche […] andava per i fossi, là c’è tutto paƚú in giro, da una parte e l’altra. Andava a tagliare con la “messura” [falce]… [..] , faceva dei mucchi e li vendeva a quel “francheto” che poteva, tanto per vivere. […] - Va bene, questo era l’episodio che mi ero segnato e che non ricordavo più con precisione. La ringrazio […] / Sì, una roba miseranda, lo dico sinceramente, a pensarlo adesso 08:17 - In che anno sarà stato… lei avrà avuto 12 anni / Neanche… sarà stato il 1922-23, al massimo 08:33 - Fino a quando sono rimasti in piedi, i casoni? / L’ultimo casone è stato distrutto nel 1960 e vi abitava Micièe [Michele] Formentin / - Dov’era, sempre a Menaredo? / No. Era tra Menaredo e Malcanton […] sulla strada che va a Torreselle * Suo utilizzo nel libro https://www.google.it/books/edition/Sile_Alla_scoperta_del_fiume/dA8KamiwRq0C?hl=it&gbpv=1&dq=I+casoni+dell%27Alto+Sile&pg=PA114&printsec=frontcover,

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